Contro l’Udinese era difficile. Ci aveva avvisato Di Francesco in settimana, dicendo che sarebbe stata una partita complicata, per via del loro potenziale offensivo (vi ricordo che Zapata era l’obiettivo numero uno del Sassuolo, questa estate). E poi il cambio d’allenatore, i malumori della curva, una classifica che cominciava a preoccupare davvero; tutti ingredienti pericolosi che il tecnico neroverde temeva e prevedeva.
Così, nel pre-partita, mentre nello spogliatoio del Sassuolo indossavano le solite divise e gli scarpini, nello spogliatoio dei friulani si passavano i coltelli da stringere tra i denti. Sordi all’inno di Allevi, i giocatori di De Canio mordevano le lame impazienti, mentre di là dall’arbitro, sempre in riga, le ambizioni sostenute da un settimo posto nascondevano una concentrazione troppo leggera sui volti dei padroni di casa.