Sassuolo Sassuolo. Croce e delizia dei poveri tifosi. Si può giocare male e prendere reti su reti. O addirittura raccogliere qualche punto immeritato. Poi si può giocar bene, fare qualche errore, e lasciare per strada più di quanto dovuto.
Sia chiaro, non è che contro il Napoli ci si aspettasse una grande vittoria. Tanta la differenza tecnica tra la formazione di Sarri e quella di Bucchi. E in quei pochi frangenti dove la superiorità partenopea si riduce al minimo, intervengono la grande condizione e il morale alle stelle dei primatisti napoletani. Salutiamo la capolista togliendoci il cappello.
Se abbiamo sofferto tanto la colpa è però anche nostra. I tre gol degli azzurri (fortissimi, per carità) sono nati da nostri errori di valutazione, impostazione e precisione. Un po’ la riedizione di quanto visto al Mapei contro l’Udinese, con la differenza che, con tutto il rispetto per la formazione friuliana, stavolta avevamo davanti dei leoni famelici e non delle ben più miti zebre.
Pochi avrebbero scommesso su un risultato diverso da una sconfitta al San Paolo, nonostante il doppio pareggio soffiato al Napoli nella scorsa stagione. Ma, al di là di tutto, ci sono alcune novità positive da sottolineare.
La prima. La scintilla della speranza brilla nei nostri occhi. Pareggiare (sia pure temporaneamente) nella fortezza partenopea è una bella gioia. Fino a qualche giorno fa un tentativo di reazione del genere sarebbe stato impensabile. Si spera che sia il segnale che i neroverdi stanno tornando.
La seconda. Il Sassuolo non è solo Berardi. Mimmo è un leader e uno dei simboli della squadra, senz’altro. Le sue altalenanti prestazioni e i suoi frequenti infortuni non ne hanno mai messo in ombra talento e carismaticità. Ma anche senza di lui si possono fare partite dignitose. Questo gli altri lo stanno imparando.
La terza. Il gol di Falcinelli. L’ariete umbro riesce a far gol alla prima occasione utile. Riscende, risale, sta nel gioco. Fa strano vederlo così in maglia neroverde, forse sotto ha nascosto quella del Crotone. Mette a segno la sua prima rete della stagione contro l’avversario più difficile di tutti. Ha segnato tre gol in maglia neroverde, di cui due proprio al Napoli. Una bella speranza che questa edizione del numero 11 non sia limitata e diventi seriale.
La quarta. Francesco Cassata. Dopo l’esordio sfortunato con espulsione, fa il suo gioco in mezzo al campo e solo il palo gli nega la gioia del gol. Ha un po’ di colpe sul primo gol subito insieme al buon Sensi. Ma l’ex Ascoli c’è e ci sarà.
La quinta. Pierini e Scamacca. Guardate quanto accaduto a Cassata: esordisce negli ultimi minuti (secondi, sic) di una partita e alla successiva utile è titolare. Difficile vederli in campo direttamente già dalla prossima, ma il percorso neroverde passa anche attraverso loro due. Possono rivelarsi gli assi nella manica di Bucchi.
Infine, una lacrima per Paolo Cannavaro. Che forse ha giocato per l’ultima volta in carriera in quello stadio che tanto gli ha regalato da giocatore (e anche da uomo). E lo ha fatto da capitano di un’altra squadra. Sono cose che ci fanno commuovere anche nel calcio di oggi, tra Var e Pay Tv.
Domenica sera c’è il posticipo col Milan, contro una squadra che sta facendo fatica a trovare se stessa. Se il Sassuolo scenderà sull’erba del Mapei con la stessa grinta del San Paolo, potrà dire finalmente la sua.