Domenico Berardi, 24 anni e 50 gol in Serie A. Un’importante traguardo per un giovane calciatore, talmente importante che nemmeno lui non ci crede. “Se quando ho segnato il primo gol in Serie B, contro il Crotone, mi avessero detto che a 24 anni avrei segnato quasi 70 gol, di cui 50 in Serie A con la maglia del Sassuolo, avrei preso tutti per matti. Questo dato stupisce anche me”, sono le parole dell’attaccante neroverde ai microfoni di Sky Sport, inter viste che vi riportiamo integralmente:
Berardi e i gol: “Il più pesante contro il Chievo nell’anno della prima salvezza, quel poker al Milan non si dimentica”. L’album dei ricordi di Berardi, manco a dirlo, passa dalla prima marcatura in Serie A con la maglia del Sassuolo: “Il primo gol lo ricordo con piacere, su rigore contro il Parma”. Sulla rete più bella, nessun dubbio: “L’ultima contro il Frosinone perché arriva da un momento di astinenza (13 giornate, ndr) e per gli attaccanti conta molto. Quello più pesante – aggiunge – invece è quello contro il Chievo nell’anno della prima salvezza, stagione 2013/2014”. Stessa annata del poker personale al Milan, in una vittoria che resta indimenticabile: “I quattro gol ai rossoneri? Per me è stata una serata bellissima, nella quale ho capito che potevo diventare un calciatore importante”. All’epoca Berardi non aveva ancora compiuto 20 anni e per lui si prospettava un avvenire da stella del calcio italiano. Gli anni seguenti ne hanno leggermente frenato il percorso, ma a 24 anni sognare è assolutamente lecito: “L’ambizione di giocare le coppe internazionali con una grande squadra c’è – ammette lui – ora tocca a me. Spero che possa essere l’anno della consacrazione. Con il Sassuolo sono maturato tanto e riesco ad apprezzare quanto è bello questo sport. Amo giocare a calcio divertendomi e se possibile vincendo”.
“Io come Raikkonen: timido nelle interviste, ma dentro sono molto forte”
La cura De Zerbi sta giovando a Berardi e a tutto il Sassuolo, che oggi guarda all’Europa League grazie al sesto posto condiviso con Roma e Atalanta a quota 24 punti. E la zona Champions è lontana solo tre passi: “Avremmo potuto avere 3 o 4 punti in più – è il rimpianto di Berardi – persi contro la Fiorentina per un calo di attenzione. Noi puntiamo prima di tutto alla salvezza: una volta raggiunto quell’obiettivo, proveremo a mettere nel mirino l’Europa League. Siamo una squadra con dei valori, che magari a causa dell’età giovane paga la scarsa malizia e l’inesperienza. Però devo dire che anche in quello stiamo migliorando rapidamente. Boateng è la nostra ciliegina sulla torta”. Dal Sassuolo alla Nazionale, il concetto non cambia: il 2019 dovrà essere per Berardi l’anno della definitiva maturazione, con vista sull’Europa in neroverde e sull’Europeo con la maglia dell’Italia: “Giocare in Nazionale è bellissimo, mi rende orgoglioso. Mister Mancini ci lascia liberi negli ultimi 30 metri. La qualificazione all’Europeo è il nostro obiettivo, non sentiamo la pressione”. Come invece accade al numero 25 del Sassuolo davanti ai microfoni: “Sono molto timido nelle interviste, come Kimi Raikkonen – scherza lui – ma dentro sono molto forte, forse anche troppo”. Parola di Berardi, leader ritrovato del Sassuolo che guarda in alto.